Trattamento

Sebbene il disturbo ossessivo compulsivo sia una condizione spesso cronica la maggior parte delle persone che soffrono di ossessioni possono migliorare la qualità della loro vita e ridurre la durata e frequenza delle compulsioni grazie ad una terapia cognitivo comportamentale. Questo tipo di terapia insegna a chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo (DOC) a cambiare le loro convinzioni riguardo al DOC e a modificare i loro comportamenti compulsivi. Il DOC puó essere considerato un po' come il diabete, anche se il diabete è una malattia cronica, chi ne soffre può imparare a gestirla facendo attenzione all'alimentazione e utilizzando farmaci appropriati per migliorare la sua qualità di vita.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale può essere uno strumento importante per aiutare chi soffre di ossessioni e compulsioni a riprendere normalmente la propria vita relazionale e lavorativa.

TERAPIA DEI QUATTRO GRADINI DI SCHWARTZ
Si tratta di un metodo terapeutico che permette di comprendere la natura del disturbo ossessivo compulsivo ed iniziare e di iniziare contrastarlo. Il metodo è descritto nel libro "Il cervello bloccato" (purtroppo ormai irreperibile in Italia).

Primo gradino - Ridefinire:
Riconoscere che i pensieri assillanti e intrusivi e gli impulsi ossessivi sono il risultato del Disturbo Ossessivo Compulsivo.

Secondo gradino - Riattribuire:
Significa rispondere alla domanda: perchè non vanno via? L’intensità e la persistenza di questi pensieri e impulsi è causata dal disturbo ossessivo compulsivo che ha a che fare probabilmente con uno squilibrio biochimico cerebrale. In questo gradino ci sono due sottogradini: a) anticipare: essere preparati, sapere che il pensiero sta per arrivare; b) accettare: non sprecare energie prendendosela con se stessi perchè si hanno questi “cattivi pensieri”.

Terzo gradino - Rimettere a fuoco:
Aggirare i pensieri indotti dal DOC focalizzando l’attenzione su qualcos’altro per alcuni minuti almeno e soprattutto: adottare un comportamento diverso.

Quarto gradino - Riconsiderare:
Non prendere il pensiero ossessivo compulsivo per ciò che sembra essere. In sè non ha alcun significato.


TERAPIA DELL'ESPOSIZIONE CON PREVENZIONE DELLA RISPOSTA
ERP (esposizione con prevenzione della risposta). Si tratta di una tecnica particolarmente potente utilizzata in psicoterapia cognitivo comportamentale per superare il disturbo ossessivo compulsivo. L'esposizione significa affrontare quelle situazioni o quei pensieri che ci spaventano mentre "prevenzione della risposta" significa non emettere i rituali durante l'esposizione.

Le regole auree nell' applicazione della ERP:

  • Graduale: parti nell'affrontare ciò che ti spaventa di meno e poi procedi gradualmente verso quanto ti spaventa di più;
  • Ripetuta: l'esposizione deve essere ripetuta, è importante che fai pratica fronteggiando le tue paure molte volte finchè ti senti a tuo agio in quella situazione;
  • Prolungata: stai nella situazione abbastanza tempo per permettere che l'ansia si abbassi sotto il 50%, potrebbero volerci da 30 a 60 minuti;
  • Previeni: la messa in atto di rituali, controlli (anche mentali) e ricerche di rassicurazioni.

TERAPIA METACOGNITIVA 

Capita che i pensieri non vengano percepiti come eventi mentali ma come percezioni, ossia allo stesso modo in cui ad esempio si sente il ticchettio di un orologio. Questo modo di vivere i pensieri come dati di realtà, anziché come semplici oggetti della mente, viene definito “modo oggetto” (ad esempio: pensare che il pavimento sia contaminato significa che deve esserlo realmente).

Tuttavia, possiamo anche sperimentare i pensieri in modo diverso, riconoscendoli per quello che sono e non considerandoli quindi una rappresentazione fedele della realtà. Esiste infatti anche il “modo metacognitivo”, in cui i pensieri sono vissuti come eventi interni separati dal sé e dal mondo. All'interno del modo metacognitivo, si può vivere un tipo di esperienza chiamata “detached mindfulness”, dove il termine “mindfulness” si riferisce all'essere consapevoli dei propri pensieri come eventi mentali verso cui è possibile dirigere l'attenzione flessibilmente senza rimanerne intrappolati,  mentre “detached” indica l'astenersi dal reagire o valutare quel pensiero e prenderne le distanze. In questo modo la persona capisce di non essere il proprio pensiero, ma di essere solo la persona che lo sperimenta.

Le tecniche della detached mindfulness permettono di transitare dal “modo oggetto” al “modo metacognitivo” promuvendo un modo nuovo e diverso di vivere i propri pensieri e consentendo la rimozione degli stili di pensiero inadeguati (rimuginio, ruminazione, soppressione e controllo di pensieri ed emozioni ...) alla base dei disturbi psicologici.