Soffro di ossessioni religiose

E' una storia piuttosto lunga... ma procediamo con ordine. Ho avuto dei sintomi simili già da molto piccolo (adesso ho 14 anni), verso 4-5, in cui appena toccavo una zona di un tavolo vicina allo spigolo, mi veniva una sensazione di freddo, come se io diventassi quella parte non toccata, e quindi dovevo strisciare il dito fino allo spigolo, senza alzare la mano, altrimenti sentivo una specie di dolore.

Provavo a dirlo ai miei, ma non mi credevano. Una specie di ossessione che ho sviluppato in quel periodo e che porto tuttora è la paura di chiamare qualcuno per far qualcosa: appena ci penso mi viene in mente questo scenario in cui quello mi dice "NO! MA COSA CREDI, CHE TUTTI GLI ALTRI PER TE SIANO SEMPRE DISPONIBILI?! Mah. Non sarò più tuo amico." E non riesco a convincermi che non può essere vero. Poi verso gli otto anni ebbi degli episodi di pensieri ossessivi, che svanirono dopo un mese. Il disturbo vero e proprio si manifestò in tutta la sua potenza quando cominciai le medie.

Nelle prime lezioni la prof di religione ci parlò dei Dieci Comandamenti e ci disse "infrangere un comandamento è peccato mortale, l'anima muore"(in altre parole: si va all'inferno"). Da quei momenti (non sono sicuro che il suo discorso li abbia scatenati, ma forse c'entra qualcosa) ho cominciato a sviluppare un'ossessione: mi venivano continuamente pensieri blasfemi in testa... io né voglio né volevo bestemmiare, e mi fa paura solo l'idea (ho una paura della morte terribile, già a tre-quattro anni ne parlavo con mia madre perché rabbrividivo pensando che comunque un giorno, quel giorno sarebbe arrivato. All'inizio non seppi cosa fare, ma cominciai a darmi botte in testa: mi dicevo che così avrei punito il mio cervello, che quindi avrebbe smesso di farmi pensare quelle cose... ma non fu così. Anzi, da lì è cominciato tutto.

Mi rimproveravano sempre quando lo facevo, ma io continuavo a farlo, dicendomi "devo rispettare Dio. Non importa cosa dicano loro". Quei gesti dopo un pochino si evolsero, per così dire... cominciai a scuotermi, prima la testa, poi del tutto (come per scacciare i pensieri).

Questo continuò per vario tempo. Io cercavo di contrastare il tutto, ma niente, e nonostante tentassi di scacciare i pensieri mi sentivo un peccatore... ricordai una cosa che mi disse mia madre:"l'importante è che tu non pensi le bestemmi di tua volontà". Quindi mi inventai una cosa... si chiamavano "debiti di coscienza", ossia per tutti i pensieri blasfemi che mi venivano dovevo stabilire se li avessi pensati volontariamente o meno... passavo anche ore pensandoci, e il DOC appena trovavo una prova la contestava. Quindi andavo appresso ad una sicurezza che non trovavo mai.

Questa cosa si esaurì col tempo. Ma il problema principale continuò. Io mi giustificavo dicendo che fossero dei tic, anche se non era vero... la verità non l'avrei mai detta, perché avrebbero pensato che fossi un blasfemo, od un pazzo, mi avrebbero sgridato, riempito di vergogna ed emarginato. Facevo questi "tic" davanti a tutti, pensavo "Cosa va messo al primo posto? Dio o la mia vita sociale?" Ovviamente Dio... quindi dovevo rispettarlo a costo di essere malgiudicato. Col tempo le cose peggiorarono... verso il secondo anno i pensieri si fecero più insistenti, e praticamente divenni noto in tutta la scuola per questo. Alla fine, sotto le pressioni dei miei compagni svelai loro il motivo... e quindi da quel momento, molti si misero a corrermi dietro per bestemmiarmi o dirmi parolacce nell'orecchio... E quindi le cose si aggravarono, facendomi disperare ancora di più. Facevo queste cose anche durante la lezione, pensando: "Scacciali. E' più importante rispettare Dio che seguire la lezione". Ma poi pensavo: "lo fai solo perché vuoi la vita eterna e non perché vuoi bene a Dio.

Questo è un peccato." E quindi avevo una specie di conflitto. Inoltre in quel periodo lessi sul libro di religione: "per un cristiano, oltre alla preghiera spontanea, è necessaria anche la preghiera liturgica". Quindi mi misi a pregare. All'inizio soltanto di mattina e sera, ma poi mi misi a farle ad ogni pasto, e se mi dimenticavo di farne una, mi sentivo in colpa e dovevo farla subito, qualsiasi cosa stessi facendo. Avevo paura che altrimenti avrei infranto il primo od il terzo comandamento (mettere Dio al primo posto e santificare le feste: se non pregavo non santificavo la giornata(la mia famiglia non va a messa, dunque usavo queste preghiere come se fossero dei "sostitutivi"), se non facevo quelle arretrate subito non mettevo Dio al primo posto).

Inoltre usavo le preghiere come una sorta di antidoto alle bestemmie: decisi che per ogni pensiero blasfemo che pensavo(in quel periodo ero convinto di pensarli apposta) dovevo pregare per 15 minuti: raggiunsi dei tempi arretrati esorbitanti... anche settimane intere. In quel periodo cominciai a frequentare gli psicologi, con il tempo andai stabilmente da uno, ma impiegai del tempo per riuscire a dirgli tutta la verità perché avevo paura che mi potesse dire: "esci da questo studio, blasfemo! Altro che trattamento, a te servirebbe un riformatorio!" . Poi però cominciai a lavorare davvero. Nel frattempo ebbi un miglioramento, ma un giorno sfogliando le enciclopedie di mio nonno lessi che esiste un peccato imperdonabile, collegato alle bestemmie... e da lì ebbi una ricaduta.

Per contrastare le bestemmie mi sono inventato poi uno stratagemma, ossia devo formulare questa frase, che avrebbe annullato le bestemmie: "alcune delle frasi di sempre, dette, pensate, dette fra i denti(cioè senza aprir la bocca) o scritte, potrebbero essere in toto od in parte errate", col condizionale per non creare bestemmie per sbaglio, che poi ho accorciato in "vale sempre". Tuttavia le frasi sono da dire o da dire tra i denti(ho paura che siano invalide se solamente pensate) e senza nessun errore(altrimenti mi dico:"pure nel rispettare Dio sei così pigro da non correggere un errore? Vergognati. Andrai all'inferno."

Tentai anche di parlare con i miei di queste ossessioni, ma fu inutile, anzi quasi si scandalizzarono: mi dissero "ma tu non vivi in un ambiente religioso!" e addirittura cercarono di farmi credere che Dio non fosse in grado di sapere se avessi bestemmiato (è Doc o no, non ci crederò MAI). Quest'anno è andato meglio: i pensieri si sono piuttosto attenuati, e il mio psicologo a cominciato a spiegarmi cosa fare: devo capire che sono solo pensieri, i cattivi fanno le cose. Fatico a seguire il consiglio perché ho ancora una paura dell'inferno piuttosto viva, anche se sono ben lontano da ciò che ero un anno fa. Mi dice anche che Dio è sempre pronto a perdonarci e che mi devo fidare di lui: il giudice severo sono soltanto io. Ed in fondo ha ragione, ma non riesco ad applicare ciò che mi dice fino in fondo.

Il disturbo ossessivo compulsivo mi è stato diagnosticato tre o due mesi fa. Nel frattempo mi è nata però una nuova ossessione... appena passo davanti a qualcosa di sacro non lo devo sporcare con l'aria che mi esce dal naso, quindi se espiro devo ricatturare l'aria con la mano per non sporcarlo e dunque commettere una blasfemia. In poche settimane è diventato un gesto automatico, devo farlo sempre, altrimenti penso di aver commesso una blasfemia... quando sto nei luoghi sacri per sicurezza trattengo sempre il respiro. E così sono arrivato qui, e adesso sono sicuro e determinato a voler combattere questa malattia. Vogliate scusarmi per aver scritto tantissimo... ma trattenere certe storie è veramente pesante. Si sente di doverle urlare al mondo.

Comments powered by CComment