Ossessività, ipocondria e problema secondario

Fantastico leggere le vostre storie, sono esattamente uguali a quelle che si legge nella letteratura medica. Quello che si lava le mani all'infinito. Quella che pensa di aver fatto male a qualcuno.

Ma non capita mai a nessuno un'ossessione tipo solamente pensare invasivamente e per 24 ore al giorno di non essere più gli stessi di prima e questo pensiero, in sè, ti rende malinconico, depresso, perdente, separato dalla gente, isolato?

Ti sei svegliato un giorno rendendoti conto che non riuscivi PIÙ a sentire emozioni o sentimenti per gli amici, i parenti, o le cose più divertenti che facevi prima, tipo ascoltare la musica e comunicare con gioia su Facebook? A me accade TUTTO questo, dopo aver avuto un periodo di due settimane di forti attacchi di ansie ossessive tipo starò male, morirò da solo in casa e non mi troveranno per giorni, il leggero trauma cranico che ho avuto lo scorso dicembre mi condannerà per sempre ad essere diverso da prima ecc... Per carità massimo rispetto alla sofferenza di tutti ma a volte veramente mi sembra di stare in un cazzo di film a leggere certe esperienze. Ma non potevano capitare a me, così tradizionali? Scambio il mio disturbo con uno che ha la compulsione di lavarsi le mani anche per tutta la vita. Si può fare? Ve ne prego!

 

Commento del Dott. Enrico Parpaglione

Il contenuto del pensiero che riferisce è piuttosto frequente ed è stato per la prima volta descritto da Albert Ellis come “problema secondario”. Il problema secondario consiste proprio nell’ansia e nella depressione che sono secondarie al vivere uno stato prolungato di disagio. Ad es. sono ansioso -> quindi sono diverso dagli altri e starò sempre più male à divento più ansioso e depresso.

Da quanto descrive nel suo pensiero il disagio primario è di tipo fobico/ipocondriaco a cui segue il “problema secondario”, ovvero il timore di non essere più lo stesso.

Il "problema secondario" è frequente anche in chi non soffre di ipocondria ma ha un doc legato a contaminazione, paura di far del male a qualcuno ecc..: la quantità di pensieri ossessivi e l’emissione delle compulsioni portano la persona a pensare che non ne uscirà più e ad entrare nello stesso ciclo ansioso depressivo che lei descrive.

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